
Dignità autonome di prostituzione
uno spettacolo di Luciano Melchionna
dal format di Elisabetta Cianchini e Luciano Melchionna
regia Luciano Melchionna
Personaggi e interpreti:
O brasileiro Thyago Alves
La Madre Tiziana Avarista
Frigida Gaia Benassi
La Signora delle Toilette Lina Bernardi
Goran, la guardia del corpo
Giovanni Maria Buzzatti
L’Arte in Mutande Domiziano De Cristofaro
La Francese Sylvia De Fanti
Wanda Clio Evans
L’Inquisitore David Gallarello
Lia Sandro Giordano
Cerebro Gabriele Guerra
La Povera Pazza Momo
Er meccanico Valerio Morigi
Jane Massimiliano Nicosia
La Mogliettina Giada Prandi
Nannarella Giulia Ricciardi
La Russa Paola Sambo
La Giulietta Federica Stefanelli
Mademoiselle A Adele Tirante
Fantasma Nella Tirante
e altre “preziose cortigiane”, di chiara fama, a sorpresa…
Dignità Autonome di Prostituzione è la Casa Chiusa dell’Arte. Attori come prostitute, protetti, ma alla mercè dell’avventore/spettatore di turno, si lasciano scegliere, esaminare e soppesare in cambio della propria Arte e del proprio Cuore. Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera, adescano o si lasciano abbordare dai clienti mentre una “strana” famiglia – il Travestito, la Frigida, la Ninfomane e il Cerebroleso – è tenutaria del Bordello e ha l’arduo compito di stimolare l’interazione tra i lavoratori del piacere ed il pubblico, effettuando vere e proprie contrattazioni con i clienti per stabilire il prezzo di ciascuna prestazione. Fatta la trattativa del caso, il cliente – uno, due, piccoli o grandi gruppi, a seconda della morbosità delle preferenze – si “apparta” con la prostituta di turno in un luogo deputato, dove fruirà di una pillola del piacere teatrale: un monologo o una performance di non più di dieci minuti. Ogni pillola dovrà in qualche modo emozionare, far rifl ettere e divertire lo spettatore, laddove per divertimento si intenda “uno stupore nuovamente sollecitato” da un teatro che non è auto-celebrativo, ermetico o fi ne a sé stesso ma prima di tutto magia e sogno. Un Nuovo approccio allo Spettacolo, un modo per ridare “Dignità” al lavoro dell’Attore – paradossalmente più “Autonomo” che mai – e al contempo una provocazione giocosa e sorprendente per riavvicinare il pubblico al mestiere più antico del mondo: il Teatro. “Mi paghi prima e dopo se e quanto ti è piaciuto.”